Le vinacce diventano una preziosa materia prima per le aziende del beauty che trasformano gli scarti in preziosi elisir anti-age.
L’Italia non è soltanto leader mondiale nella produzione di vino, ma sta cominciando a scoprire gli usi alternativi nell’utilizzo delle uve come la vinoterapia. Nata in Francia nella regione di Graves, l’œnothérapie si basa sull’impiego di succo e bucce d’uva, acini e foglie per realizzare trattamenti estetici che aiutano la conservazione della pelle, combattono la cellulite e arrestano la caduta dei capelli.
Vinoterapia cosmetica: è boom in Italia
Oltre a numerose Spa sparse tra le Langhe, la Lombardia e la Toscana che offrono trattamenti di vinoterapia, è la cosmetica commerciale una rinnovata destinazione d’uso. I vinaccioli dell’uva sono ricchi di polifenoli, vitamine A, B e C e potassio: a contatto con la pelle, le cellule si rigenerano grazie all’azione purificante sui radicali liberi, che sono i principali responsabili dell’invecchiamento.
Il resveratrolo, presente nella buccia dell’acino, è un potente antiossidante. I polifenoli bloccano l’eliminazione dell’acido ialuronico e difendono le fibre di elastina e collagene. Alcune specifiche varietà di uve, dal Pinot nero al Nero d’Avola, sono particolarmente ricche di resveratrolo e possono essere sfruttare per curare la cellulite.

I vini italiani più utilizzati per la vinoterapia sono il Lambrusco, il Chianti e il Barolo. È proprio legato al Barolo il lavoro di Barò Cosmetics, brand italiano all’avanguardia nel settore. L’azienda piemontese trasforma gli scarti delle vinacce in una materia prima da cui viene estratto il gra-phenol, un principio attivo anti-età ottenuto tramite tecniche sostenibili come la bioliquefazione molecolare e l’iperfermentazione.
Dal processo che utilizza enzimi naturali per estrarre i fitocomplessi attivi dalle vinacce, si ottiene un principio attivo con un’azione antiossidante in grado di contrastare la degenerazione cellulare e proteggere la pelle dallo stress ossidativo. Dermatologicamente testati, vegani e cruelty-free, i prodotti di Barò sono fatti con vinacce provenienti da uve biologiche coltivate nelle Langhe.
Barò, la vinoterapia made in Italy
Fondata nel 2015 a Guarene in provincia di Cuneo e con sede a Roma, Barò ha registrato i marchi bioliquefazione e gra-phenol e nel 2023 è stata premiata per i suoi metodi di vendita innovativi. Grazie alle vendite online a una rete di 156mila clienti gestita con un social retail channel, la società è l’unica in Italia scelta da Meta come esempio virtuoso dell’utilizzo dei servizi offerti da WhatsUp Business API.
Il marchio piemontese ha una gamma di oltre 100 prodotti (viso, corpo, make-up e trattamenti specifici per la pelle) e impiega dipendenti con un’età media di 36 anni, di cui il 61% donne. “Il Barolo è un vino che invecchia con eleganza e raffinatezza – spiega il co-fondatore e amministratore delegato Alberto Toppino –. L’azienda ha trasformato la tradizione vinicola in un rituale di bellezza d’avanguardia”.
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ultimo aggiornamento: 24 Febbraio 2025 16:35